Ricordano le case del boom americano degli anni 50, tutte uguali piantate ordinatamente sul terreno in velocità ad accogliere coloro che arrivavano a conquistare nuove terre in cerca di lavoro.

Qui, tra Lazio, Umbria e Marche, la regione colpita nel 2016 da un devastante terremoto, le case sono state piazzate per dare un riparo a chi abitava negli antichi villaggi distrutti dalle terribili scosse telluriche che hanno modificato per sempre il paesaggio architettonico della zona.
La bellezza caratteristica dei borghi italiani è dovuta soccombere alle necessità, la differenziazione e caratterizzazione sostituita dall’omologazione dettata dalla praticità.
Paesi costituiti da prefabbricati riportano ancora i vecchi nomi che li hanno distinti per secoli, ma sono ormai uguali uno dall’atro. Stesse case, stessi ornamenti, stesse disposizioni urbane.

A cinque anni il terremoto ha distrutto non solo case e borghi, ma anche identità, storie e tradizioni.

Federico Scoppa
Aprile 2021